martedì 12 gennaio 2016

Kangaroo island

Calma e silenzio. Lentezza. Spazio. Natura. Con la N maiuscola. Perché nella terza isola più grande dell'Australia, nei territori del Sud, è lei, la Madre di tutte le madri, a farla prepotentemente da padrona. Con le sue piante gigantesche, le distese interminabili di foreste in cui si inseriscono rispettose le poche strade che le attraversano e soprattutto loro, gli animali: protetti, selvaggi, liberi.

L'isola dei canguri, dei leoni marini, dei koala, dei wollabee. Se ovunque puo' succedere di incontrarli, qui e' doveroso, magico, vero.

I koala non si abbracciano, come allo zoo di Cairns, uno dei pochi dove è permesso farlo (secondo il sito sono solo 8 i posti al mondo dove è possibile) e dove l'ho fatto per 20 dollari e poca soddisfazione. Qui si incontrano, si osservano, al massimo a piccola distanza. Siamo noi gli estranei e loro i padroni di casa. Sospettano, ringhiano, graffiano. Ed emozionano nel loro autentico stato.

Ho visto koala abbracciati ad alberi altissimi, ho visto una madre con un cucciolo, due peluche viventi, ho sentito un animale ringhiare ferocemente e ho scoperto stupita essere il 'tenero' marsupiale che difendeva il proprio spazio.

Ho sottovalutato il 'nulla' di Kangaroo island. Uno stato primordiale difficile da gestire per noi uomini 'civilizzati'. A tratti l'ho odiato, ma una volta partita, tornata sulla terra ferma e poi da li' in Europa, ho capito di averlo amato.

Se chiudo gli occhi vedo il mare verde di foreste che abbiamo attraversato, i gusci di rocce vulcaniche su cui ci siamo arrampicati, a picco sull'oceano arrabbiato.
Rimpiango la calma australe e quel silenzio così forte da rendere eterno il mio primo e ultimo tramonto sulla spiaggia di Adelaide.

Hasta siempre Australia.

Nessun commento: