domenica 14 febbraio 2016

Metti un pomeriggio a Cinecittà

E' sempre così. Attraversi oceani per vedere meraviglie e poi ti perdi quelle sotto casa.

A Roma basta prendere la metro A e scendere alla fermata Cinecittà per godersi un gran spettacolo. E non fate l'errore di una mia amica che c'è andata per conto suo. Spendeteli quei 20 euro e scegliete il tour guidato, perché diversamente vi perdereste molto, praticamente tutto.

Perché la testa di Nettuno del Casanova di Fellini, incastonata nel giardino all'entrata, forse tutti la possono riconoscere, ma piccoli dettagli e aneddoti di quello che è stato il regno del cinema italiano probabilmente vi sfuggiranno.

Se alzate lo sguardo all'angolo della parete del Teatro 5, per esempio, vedrete una scritta apparentemente anonima "New York Gas". Quella scritta è stata una delle tante trovate geniali di Scorsese, che per alcune scene di "Gangs of Newyork", aveva bisogno di ricostruire una zona industriale. E così, aggiungendo poche parole, con due semplici inquadrature, è riuscito a rendere l'idea di una zona industriale. Gli studi di Cinecittà esternamente, infatti, sono dei grandi capannoni e si prestavano facilmente all'idea del regista italo-americano.

"Qui realizzo i miei sogni", diceva Fellini, riferendosi all'adorato teatro 5, il più grande teatro di posa d'Europa. Tanto che quando è mancato, proprio qui è stata allestita la sua camera ardente.

Sembra di vederlo il Maestro, aggirarsi in questo spicchio di mondo fantastico, tra i suoi sogni che diventano bozzetti e poi scene memorabili, grazie anche alla rinomata bravura delle maestranze di Cinecittà (qui tutto viene realizzato da grandi artigiani).

E se allunghi lo sguardo, vedi anche Scorsese, là sul piazzale, che a guardarlo sembra solo grigio e triste e, invece, scopri, era la location della battaglia navale di "Gangs of New York". E' qui che si girano le scene nell'acqua, perché il piazzale è una specie di piscina che si può riempire fino a due metri di profondità e quei galeoni abbandonati lì a destra sono proprio quelli della battaglia del film.

E poi c'è la piazza di Assisi, che se ti volti un'attimo diventa il balcone di Giulietta, ma volendo anche l'ingresso di una locanda medievale. E la suburra, l'antica Roma, con un tempio egizio incastonato in un angolo all'occorrenza.

Qui i bambini dovrebbero venire in gita, più di una volta. Capirebbero che la fantasia deve essere coltivata, espressa, perché le radici dell'arte stanno tutte lì. Nello stupore e nella capacità di conservarlo e trasformarlo in magia.



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