giovedì 24 dicembre 2015

Lost in Hong Kong

Bella, bella, bella. E non me l'aspettavo. Se siete diretti in Australia, consiglio vivamente di fare un pit stop a Hong Kong. Io ci sono stata tre giorni e due notti e ne è proprio valsa la pena. Se potete, fermatevi anche un paio di giorni in più.

Quel poco che ho visto mi è sembrato un bel connubio tra modernità e tradizione. Ovunque ci sono grattacieli, ma poi scopri che le impalcature sono ancora di bambù e che anche i grandi architetti si sono piegati al feng shui.

Diversi grattacieli infatti hanno dei veri e propri "buchi" o piani interi mancanti, contro i tornado sempre più frequenti, ma anche x questioni di energia vitale. 

Fatevi un giro tra i pescatori che ancora vivono sulle loro barche, anche se la maggior parte ormai le utilizza solo x i turisti. Ne sono rimasti tremila che vivono e lavorano in acqua.

"Hong Kong, fino al 1997 colonia inglese ma ai piedi della Cina, è sempre stata un'isola di spie", mi spiega la guida, forse per questo è uno dei set preferiti di 007. 

Dalla barca-ristorante Jumbo, del magnate dei casino di Macao, agli hotel di Central e Koloon. Sembra di vederlo James Bond che sorseggia un (Vesper) Martini nel bar a luci rosse soffuse del Peninsula. 

Nathan road, in pieno centro di Koloon - l'estremità peninsulare sotto la Cina di fronte all'isola di Hong Kong, dove vivono per lo più cinesi - è un susseguirsi di gioiellerie. 

Si tratta ancora oggi di una delle industrie più importanti di Hong Kong, che è un porto franco cinese, dove però i prodotti non sono "tarocchi - precisa la guida - il nostro design è originale e raffinato". Tanto che i cinesi, non solo per questioni di tasse, vengono a comprare qui.

Ta le gioiellerie e i negozi tecnologici di Koloon trovano spazio le erboristerie tradizionali. Niente a che vedere con le nostre, sono piuttosto delle farmacie o dei veri e propri studi medici, dove ci si cura con le piante, i massaggi e l'agopuntura. 

Non si rinuncia alla tradizione, soprattutto quando porta benefici, insomma.


Eleganti, competitivi, sportivi ed estremamente educati, gli abitanti di Hong Kong rivendicano spesso il loro essere un "po' inglesi". Dal 1997 sono tornati alla Cina, ma restano una regione ad amministrazione speciale (SAR). In tutti i sensi. 



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