“La prima volta che ne ho visto uno ero ragazzo e non capivo come si potessero fare. E quando da artigiano mi chiesero di contribuire, mi tremarono le gambe”. Renato Zaccagnino è un appassionato di storia e costumi locali e da otto anni offre il proprio contributo alla tradizione più importante del paese.
I quadri plastici - rigorosamente di oggetto sacro o storico - sfilavano su muli in occasione della festa di San Vito. Poi nel tempo vennero realizzati su palchi fissi e oggi si rappresentano in Piazza Aviglianesi nel mondo. E non è un caso, forse, visto il successo che questi capolavori stanno riscuotendo dal 2013, quando hanno varcato per la prima volta i confini del paese.

A creare i quadri sono associazioni locali, composte da direttori artistici, scenografi, pittori, tecnici delle luci, truccatori, parrucchieri, falegnami, carpentieri.
“Dobbiamo riprodurre tutto fedelmente, per cui gli abiti devono avere le stesse pieghe e gli stessi tagli del dipinto, il trucco deve rispettare le luci e le ombre, i colori richiamare le pennellate dell’autore – spiega Zaccagnino -. Non sempre quanto rappresentato può essere riprodotto realmente, ci sono posizioni e proporzioni impossibili ed è allora che interviene l’artigiano. Una volta ho costruito una protesi, perché il figurante era trenta centimetri più basso della figura del quadro. Dobbiamo ingegnarci e creare supporti o qualsiasi trucco che ci permetta di essere i più fedeli possibile”.
“E’ un’impresa collettiva – continua Zaccagnino - espressione della maestria dei nostri artigiani. Ogni quadro plastico è una specie di grande bottega, dove i giovani hanno l’opportunità di apprendere antichi mestieri che un tempo si imparavano proprio nelle botteghe”.
Nel 2015 i quadri viventi hanno partecipato alla trasmissione Italia’s Got Talent e nel 2016 sono stati a Trafalgar Square, tra gli eventi collaterali della mostra “Beyond Caravaggio”, curata dalla National Gallery di Londra.
“C’è una frase di san Francesco - conclude Zaccagnino - che amo molto e che dice: ‘Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista’. Ed è proprio quello che facciamo noi: impieghiamo mani, testa e cuore, perché tutto possa emozionare e sorprendere lo spettatore, oltre che noi stessi”.
Pubblicato su CNAStorie
Le immagini sono di Claudio Miglionico, Mariassunta Telesca, Antonio Chianese e Salvatore Evangelista.
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