Se da un lato è stato inaugurato il Food center - otto ristoranti storici ricostruiti grazie agli sms solidali degli italiani - dall'altro, la zona rossa è rimasta praticamente la stessa di un anno fa.
Le case sono ancora lì, come strati di una torta
sbriciolata. Soltanto i vialetti che le separano sono stati ripuliti. Camminarci è via crucis e,
anche se non ci sei mai stato prima, ti manca il fiato appena sollevi lo
sguardo da terra.
Materassi, scarpe, asciugamani, il divano buono, i quadri, i
libri in cameretta.Una serie infinita di piccoli oggetti richiamano l’attenzione, a ricordare quella quotidianità annientata all'improvviso, di notte, senza nemmeno il tempo di vestirsi, gridare, forse capire.
Si calcola che siano più di due milioni di tonnellate le
macerie da rimuovere, ma per i soliti labirinti burocratici nostrani solo il
10% è stato portato via. Il resto sta lì, impastato ai ricordi.
Oggi è il giorno del raccoglimento. Niente stampa ha chiesto
il sindaco di Amatrice.
La zona rossa è molto più di una notizia.
La zona rossa è molto più di una notizia.


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