martedì 4 novembre 2008

E come Elettricità, quando c'è

Il ticchettio dei tacchi a spillo, il frastuono del traffico, il rumore ripetitivo dei generatori. Ecco i suoni che accompagnano chi cammina tra le strade di Pristina. Nella capitale, come nelle altre città kosovare, l'elettricità manca anche per 6 ore al giorno. Nonostante, o forse a causa delle privatizzazioni che hanno svenduto a privati il patrimonio industriale delle cooperative ex jugoslave, dette Socially owned enterprises, mancano gli investimenti per rinnovare le centrali elettriche. La centrale di Obilic, poco distante dalla capitale, avvelena l'aria, i campi e le baracche dei rom che sorgono ai suoi piedi. E la compagnia elettrica statale Kek non può far altro che tagliare la luce quando non ce n'è più.
I quartieri da lasciare al buio, spiega la guida di Pristina, vengono scelti in base a quante persone residenti pagano l'elettricità: meno black out per le zone più virtuose. Chiunque possa permetterselo ha un generatore. Gli altri, candele. Anche la candela rossa ideata come gadget da un’agenzia pubblicitaria kosovara acquista, al primo black out, una luce non banale.

di Giulia Bondi

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