martedì 16 dicembre 2008

Y come Yugoslavia

Quando c’era nessuno la voleva, adesso che non c’è più tutti la rimpiangono. Cara vecchia Yugoslavia, sbriciolata da anni di guerre, di cui il Kosovo è solo l’ultimo dei frammenti. “Si stava meglio con Tito – racconta Januz, tassista albanese e cicerone - con lui andavamo tutti d’accordo”.
Al censimento voluto da Milosevic nel 2001, dove tra le proprie generalità si chiedeva di indicare anche la nazionalità “etnica”, c’era ancora chi si definiva “Yugoslavo” e chi, come un gruppo di giovani della città di Pancevo, in Vojvodina, protestava contro l’idea stessa di etnia definendosi "Supereroe", “Extraterreste”, "Cheyenne " o semplicemente "Umano".
“Non so più neanche come chiamare il mio paese, in attesa di nuovi eventi lo abbiamo ribattezzato Serbia/Montenegro/Kosovo”, ironizzava Ljubisa Vrencev, attivista dell’organizzazione ecologista e pacifista GruPa, nel periodo in cui la Federazione Yugoslava passava alle denominazioni più leggere di Federazione - e poi Unione - di Serbia e Montenegro, prima della definitiva scissione del 2006. Il tutto mentre la risoluzione Onu 1244 del 1999 contemporaneamente aveva sancito la sovranità della Federazione sul Kosovo e la legittimità della presenza internazionale Nato e Onu sulla ex provincia autonoma della Serbia.
Ora che il Kosovo si è dichiarato indipendente, c’è addirittura chi vorrebbe dare vita alla Yugoslavia 2.0.
“Facciamo un’altra Yugoslavia, tagliamo la Slovenia, loro sono diversi da noi – scherza, ma non del tutto, Milorad Sarkovich, responsabile serbo dell’ufficio rientri del Comune kosovaro di Klina - e ci prendiamo l’Albania e la Macedonia, che invece ci assomigliano”. Chissà cosa ne penserebbe Tito.

di Anna Maria Selini e Giulia Bondi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

nooo...
l'ultima letterina!
a quando il prossimo viaggio?

ANNA MARIA SELINI ha detto...

Quando vuoi cara. Ho già in mente nuovi argomenti e nuovi posti...