Io sottoscritta ANNA MARIA SELINI, nata a Calcinate il 10/10/76 e residente a Bologna, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali, dichiaro di non voler essere sottoposta a trattamenti sanitari né ad alcuna forma di alimentazione o idratazione, nel caso dovessi ritrovarmi, per qualsiasi causa, in uno stato vegetativo permanente. Chiedo che, trascorso un anno e mezzo dall'inizio di questo stato, ogni cura, somministrazione e prestazione medica a me fornita venga cessata.
Sono consapevole che questo "testamento biologico" non ha valore legale, ma, nel frattempo, chiedo ad amici, parenti e conoscenti di prenderne atto e affido alla memoria della rete la mia chiara, ragionata e certissima volontà.
Quello che sta succedendo mi fa rabbrividire. Eluana Englaro non è più solo il simbolo di una lotta, portata avanti dal padre Peppino con coraggio e altruismo: avrebbe potuto come molti altri risolvere "il problema" clandestinamente e invece ha scelto anche per noi di muoversi alla luce del giorno, nel rispetto delle nostre istituzioni, che in cambio lo offendono. Eluana, non è più solo un simbolo, ma è diventata uno strumento, bieco e meschino, della politica. Una vita in cambio di voti, appoggi, probabili lasciapassare futuri.
La Chiesa ha diritto di esprimersi così come ogni altro soggetto, ma non può intromettersi fino a questo punto nella politica di uno Stato laico. "Su un piano ci sono i valori, su un altro i fatti", ha dichiarato ieri il filosofo Oddifreddi a Matrix. Sembrava parlasse al muro, mentre dall'altra parte ci si arrogava il diritto di decidere non solo per Eluana, per suo padre e la sua famiglia, ma per ognuno di noi.
La decisione assunta dal Governo non viola soltanto le libertà personali e non rispetta l'autonomia della magistratura (tre gradi di giudizio e una sentenza definitiva dalla Corte di Cassazione), ma apre un conflitto senza precedenti con la Presidenza della Repubblica, nell'assoluta mancanza di rispetto della nostra Costituzione.
Il disegno di legge sulla sicurezza prima - contenente, tra l'altro, la norma per cui i medici dovrebbero denunciare i clandestini che richiedono cure - e ora il ddl su Eluana, perchè così bisognerebbe avere il coraggio di chiamarlo, sono due facce della stessa medaglia. La triste medaglia di un paese che non solo dimentica, ma rinnega e calpesta le proprie origini, la propria carta fondamentale e che rischia seriamente di ricadere in pericolosi tunnel già visti e purtroppo già conosciuti.
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