domenica 1 febbraio 2009

Amiche mie

C'è chi, all'alba dei 32 anni, è uscita dal guscio per andare finalmente a vivere da sola, anzi da "single". Chi tra un mese partorirà una bimba dal nome bellissimo (Anna!) e chi ancora non sa se sarà maschio o femmina. Chi progetta vacanze caraibiche, traslochi con o senza cane e chi si sta riprendendo da una brutta, bruttissima notizia. Poi ci sono tutte quelle e quelli persi lungo il tragitto. Fotogrammi sepolti nel soffitto dei ricordi che, a volte, sploverando, saltano fuori.
Una delle cose più difficili delle partenze è salutare gli amici. I parenti lo mettono in conto, prima o poi sanno che te ne andrai. Gli amici faticano a comprenderlo. 'Merce fragile a rischio rottura' ci andrebbe scritto sopra ad ogni spostamento.
Se poi sono loro a partire, prima del previsto, senza il tempo necessario per fare le valigie, voltarsi indietro e poter più tornare, sei tu a non capire.
Una sedia vuota che ancora la sera sembra cercarti. Un cd che casca a terra all'improvviso, come i quadri quando i chiodi si stancano di sopportarli. Il tempo allevia il dolore, ma a volte lo provoca fino a infiammarlo.
Le Amiche poi - quelle che, già all'asilo, capisci che in una vita si conteranno al massimo su due mani - quando se ne vanno per sempre sono un calcio al cuore. Gli anni non curano proprio un bel niente, cicatrizzano solo la mancanza, lucidano l'assenza, resuscitano i ricordi. Salvagenti a cui aggrapparsi. Chiacchiere, stronzate e consigli come solo le donne sanno scambiarsi. Proprio per questo vuoti incolmabili.
"Restano altre nove dita" puntualizzerebbe lei oggi con quei suoi riccioli impertinenti e quel suo fare finto stizzoso. Altro tempo per traslochi, battesimi, viaggi, matrimoni, fotografie, libri, cinema e funerali. Nove dita o forse qualcuna in più. All'asilo, per fortuna, non si impara proprio tutto.

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