Ban Ki Moon ha subito precisato che la commissione d'inchiesta "non è una istituzione giudiziaria o una corte di giustizia, non riscontra fatti legali e non considera questioni di rispetto della legge". Questo per dire che il rapporto di 180 pagine, presentato al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, non ha valore di "condanna" o "assoluzione" ai sensi della legislazione internazionale. Ma la ricostruzione fatta dagli esperti guidati da Ian Martin comunque accusa Israele di una serie di "gravi offese", a partire dall'uso sproporzionato della forza e dall'aver colpiro deliberatamente civili e istituzioni Onu.
Dei nove casi esaminati dalla Commissione, sei risultano essere stati causati direttamente da azioni militari delle Forze armate israeliane (Idf). Nel rapporto viene comprovato anche l'uso di fosforo bianco e si chiama in causa direttamente il governo di Tel Aviv per i morti e i feriti provocati in sette "incidenti" e le perdite prodotte nelle installazioni Onu, per un valore di oltre 10 milioni di dollari.
Negli edifici dell'Onu, come nel caso della scuola dell'Unwra, erano presenti anche civili, recatisi lì proprio perchè consideravano quelle sedi più sicure di altre.
La reazione di Israele, a cui l'Onu riconosce di aver collaborato per la stesura del rapporto, non si è fatta attendere. Il governo di Tel Aviv si aspettava che il rapporto analizzasse anche il comportamento dei miliziani di Hamas, cosa che invece non è avvenuta. E il presidente Peres ha dichiarato: "abbiamo commesso errori, ma non dobbiamo chiedere scuse. Abbiamo il diritto di difenderci".
Vincenzo Nigro ha riferito che un diplomatico Usa avrebbe detto alla stampa israeliana che "a parte l'accusa formale di crimini di guerra, il rapporto è senza precedenti nella sua gravità nei confronti di Gerusalemme: potrebbe costituire un serio problema per molti anni se il testo verrà accettato nella sua versione finale. Per Israele il problema adesso è che il rapporto non venga approvato dal Consiglio di Sicurezza - scrive Nigro - gli Stati Uniti potrebbero bloccare il voto con il loro veto come hanno fatto altre volte, ma bocciare un testo di una commissione Onu, in questa fase politica, per l'amministrazione Obama sarebbe assai delicato".
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