La Gaza World Cup è stata organizzata in solidarietà al milione e mezzo di abitanti della Striscia, impossibilitati non solo a raggiungere il Sudafrica, ma a entrare e uscire liberamente da Gaza, a causa dello stretto isolamento in cui vivono dal 2007, quando il movimento islamista Hamas ha preso il potere e Israele ha chiuso i confini, controllando completamente i movimenti di materiali e persone.
"L'idea è venuta a me e al mio amico Ashraf Hamad - racconta Patrick Mc Grann, un americano capo di una compagnia non profit, la Kitegang, che produce giocattoli e organizza eventi benefici - Ci lamentavamo sia dell'isolamento degli abitanti di Gaza dal resto del mondo, sia di quello degli stranieri dentro Gaza. E così abbiamo pensato potesse essere un buon modo per conoscersi a vicenda e gettare le basi di un dialogo utile ad affrontare alcuni dei grandi problemi rimasti irrisolti nella regione".
Un campionato locale, presto cresciuto e finito sulle televisioni di tutto il mondo, anche grazie agli sponsor (Undp, Bank of Palestine, Pepsi, Sharek Youth Forum) che in breve hanno fatto salire il budget a 50 mila dollari. In campo calciatori professionisti palestinesi e dilettanti stranieri, per lo più attivisti, giornalisti e operatori di organizzazioni non governative residenti a Gaza. Come Vittorio Arrigoni, attivista dell'International Solidarity Movement, unico italiano presente nella Striscia durante "Piombo Fuso", nonché primo infortunato del campionato, nella partita d'esordio che ha visto l'Italia battere per 1 a 0 i padroni di casa della Palestina. "Ho rilasciato più interviste a tv e radio internazionali sulla situazione di Gaza a bordo campo - racconta - che negli ultimi mesi impegnato nelle dimostrazioni non violente al confine".
L'obiettivo degli organizzatori era quello di coinvolgere l'intera comunità in una manifestazione che avrebbe dovuto essere indipendente e apolitica. La collaborazione del governo di Hamas non era stata inizialmente prevista, ma poi "la Federazione Calcistica palestinese, insieme con l'Undp, hanno coinvolto e invitato un ministro di Hamas per pronunciare un discorso in apertura - spiega Mc Grann - e così abbiamo perso il nostro status non politico, come pure 20 mila dollari in scarpe donate per i giocatori".
Ogni aspetto della Gaza World Cup, dalla progettazione di loghi, ai maxi cartelloni pubblicitari, fino alla realizzazione delle maglie delle 16 nazionali, è stato realizzato con il supporto di artisti e graphic designer locali. Così come il sito internet affidato a studenti e informatici di Gaza. Artigianale anche la coppa che verrà alzata al cielo, realizzata da fabbri ormai esperti nel ridare vita al poco ferro presente nella Striscia, per via dell'embargo israeliano (per Israele il ferro servirebbe per costruire i razzi Qassam lanciati da Gaza sul Sud di Israele). A contendersela, nella cornice dello stadio al-Yarmuk di Gaza City, saranno Francia e Giordania, nella finale con musica e fuochi d'artificio di domani. Giorno doppiamente importante per gli abitanti di Gaza e per tutti i palestinesi, perché anniversario della Nakba, l'esodo del 1948 degli abitanti arabi della Palestina, con la nascita dello Stato d'Israele.
pubblicato su repubblica.it
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