martedì 28 dicembre 2010

Io c'ho il bollino

Come i braccianti africani, che a Castel Volturno hanno scioperato contro i caporali. Ora anche i giornalisti dicono basta al lavoro gratis o sottopagato. Nasce così Quaranta per cinquanta, la campagna lanciata dalla collega e amica Raffaella Cosentino, a tutela soprattutto dei giornalisti freelance. Cinque le richieste base:

  1. Riconoscimento del pagamento minimo per articolo o notizia coperta (50 euro minimo)
  2. Certezza dei tempi per il pagamento (40 giorni massimo)
  3. Regole chiare per la proposta, l'approvazione, la pubblicazione.
  4. Iscrizione al sindacato dei giornalisti con una quota ridotta (20 euro e non 100 annuali)
  5. Rappresentanza sindacale per i collaboratori all'interno delle redazioni
Qualcosa si è già mosso in questa direzione, con la nascita dei coordinamenti dei giornalisti precari, ma moltissimo resta ancora da fare. Alle testate conviene continuare a nutrire eserciti di collaboratori a vita, disposti, soprattutto i primi anni (questo è un nostro grande errore), a lavorare praticamente gratis, nella speranza di poter un giorno essere assunti.
Il problema è che chi resta fuori dalle redazioni, per scelta (freelance) o meno (collaboratore), non è per nulla tutelato rispetto a chi è assunto. E così anche dopo anni di lavoro ed esperienza, i compensi restano sempre gli stessi del primo giorno (fino a 4 centesimi a riga per un cronista locale in Calabria!). Perchè ci sarà sempre qualcuno disposto a lavorare per poco, anzi per meno. E non importa se quel pezzo è frutto di un viaggio all'estero, di una trasferta o di quali rischi. Ringrazia che ti faccio pubblicare e taci. Come gli africani.

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