venerdì 30 novembre 2012

L'Onu dice sì alla Palestina "Stato osservatore"


Da ieri la Palestina è ufficialmente uno "Stato osservatore" non membro dell'Onu. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite - con 138 sì, 9 no, 41 astenuti e soprattutto un voto storico - ha approvato la risoluzione presentata dal presidente dell'Anp, Abu Mazen. Tra chi ha votato sì, con una netta inversione di marcia rispetto ai governi precedenti, anche l'Italia.

"La Palestina viene all'Assemblea Generale oggi perchè crede nella pace e la sua gente ne ha un disperato bisogno. Dateci il certificato di nascita - ha chiesto l'anziano leader palestinese -. E' arrivato il momento di dire basta all'occupazione e ai coloni, perché a Gerusalemme Est l'occupazione ricorda il sistema dell'apartheid ed è contro la legge internazionale".

Abu Mazen si è detto convinto che questo favorirà la ripresa dei negoziati di pace, ma il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha invece dichiarato che quanto avvenuto a Palazzo di vetro "Non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà".

E alle parole  - "Siamo delusi anche dall'Italia", ha dichiarato l'ambasciatore israeliano a Roma - sono subito seguiti i fatti. Il giorno dopo la votazione alle Nazioni Unite, il governo israeliano ha annunciato il via libera alla costruzione di 3000 nuovi insediamenti in Cisgiordania.

"Si tratterebbe di costruire nella cosiddetta zona E1, a ridosso del grande insediamento di Maale Adumim - scrive Alberto Stabile -. Un progetto non nuovo, ma considerato dalla stessa amministrazione americana inopportuno (oltre che illegale) perché il nuovo insediamento impedirebbe qualsiasi continuità territoriale tra Gerusalemme Est e i Territori Occupati, compromettendo definitivamente la possibilità che i palestinesi eleggano Gerusalemme est, o per lo meno alcuni quartieri di Gerusalemme est, cosa di cui si discute da 20 anni, come capitale del loro stato".

La Palestina ha sì raggiunto uno storico risultato al Palazzo di vetro, ma la pace e la creazione di due stati per due popoli, all'indomani del riconoscimento indiretto dello stato palestinese, appaiono ancora molto lontani.

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