lunedì 16 febbraio 2009

Kosovo, un anno di difficile indipendenza

Il Kosovo spegne la sua prima candelina di repubblica indipendente. Il 17 febbraio del 2008, creando uno strappo (e un precedente) nel diritto internazionale, ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia, di cui fino a quel momento era una provincia. Oggi ha una nuova bandiera, un inno, una Costituzione, carte d’identità e targhe con la sigla KS, ma la strada da percorrere è ancora tutta in salita.
“Sembra incredibile pensare che in un solo anno siamo diventati la repubblica più giovane d’Europa – dichiara Ilire Zajimi, giornalista e fondatrice della Tv pubblica kosovara Rtk - specie quando il ricordo della guerra e dei campi profughi di Blace (dove Ilire venne deportata, ndr) è ancora vivo. Ma in questo primo anno l’economia non si è sviluppata, sono stati creati pochi posti di lavoro, il livello di povertà è aumentato e non c’è trasparenza”.
Secondo Transparency International, il Kosovo sarebbe il quarto paese al mondo per livello di corruzione e gran parte dei miliardi di euro elargiti dalla comunità internazionale dal ’99 a oggi, non sarebbe stata immune da operazioni illecite.
“L’agenzia Anticorruzione del Kosovo sta lavorando – spiega Zajimi - ma finora senza alcun risultato concreto. Non bisogna dimenticare che il problema non riguarda solo i kosovari, ma anche gli stranieri corrotti che qui agiscono, facendo ‘volatilizzare’, senza rumore, i finanziamenti della comunità internazionale”.
La principale sfida per il neonato Stato, riconosciuto finora da 54 dei 192 paesi Onu e da 22 dei 27 Ue, è lo sviluppo economico: nel 2008 il Pil è cresciuto del 5,2%, soprattutto grazie agli investimenti stranieri, ma la ricchezza pro capite è di 1.770 euro l’anno e la disoccupazione è alle stelle.
“Oltre all’economica – continua Zajimi – gli obiettivi sono la creazione di un ambiente sicuro, la lotta contro la criminalità organizzata (secondo l’Interpol da qui transiterebbe l’80% del traffico europeo di eroina, ndr), il rafforzamento del sistema giudiziario e l’integrazione delle minoranze”. In primis i serbi.
“L’anniversario dell’indipendenza del Kosovo è una data senza particolare importanza”, ha dichiarato il ministro degli Esteri serbo, Vuk Jeremic. Per Belgrado il Kosovo resta una sua provincia e, soprattutto a Nord, attorno a Mitrovica, la tensione tra serbi e albanesi resta alta. Ad accendere ulteriormente gli animi è stata l’entrata in scena della missione Ue (Eulex), che ha sostituito quella dell’Onu (Unmik), tranne nelle zone serbe a cui è stata concessa un’autonomia guardata con sospetto dagli albanesi-kosovari, nel timore di una nuova partizione.
In tutto questo, il governo di Pristina ha deciso di affidare a una delle maggiori agenzie pubblicitarie del mondo, la Saatchi & Saatchi, il compito di rilanciare l’immagine del Kosovo a livello internazionale, per ben 5 milioni di euro. “Soldi buttati via – commenta Zajimi – l’immagine del Kosovo può essere cambiata attraverso il lavoro, le nostre ambasciate già aperte in alcuni paesi, le relazioni commerciali, l’apertura culturale e la promozione dei nostri valori all’estero. La pubblicità, a volte, produce l’effetto contrario”.

di Anna Maria Selini

pubblicato su l'Eco di Bergamo del 17 febbraio 2009

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