“Sembra incredibile pensare che in un solo anno siamo diventati la repubblica più giovane d’Europa – dichiara Ilire Zajimi, giornalista e fondatrice della Tv pubblica kosovara Rtk - specie quando il ricordo della guerra e dei campi profughi di Blace (dove Ilire venne deportata, ndr) è ancora vivo. Ma in questo primo anno l’economia non si è sviluppata, sono stati creati pochi posti di lavoro, il livello di povertà è aumentato e non c’è trasparenza”.
Secondo Transparency International, il Kosovo sarebbe il quarto paese al mondo per livello di corruzione e gran parte dei miliardi di euro elargiti dalla comunità internazionale dal ’99 a oggi, non sarebbe stata immune da operazioni illecite.
“L’agenzia Anticorruzione del Kosovo sta lavorando – spiega Zajimi - ma finora senza alcun risultato concreto. Non bisogna dimenticare che il problema non riguarda solo i kosovari, ma anche gli stranieri corrotti che qui agiscono, facendo ‘volatilizzare’, senza rumore, i finanziamenti della comunità internazionale”.
La principale sfida per il neonato Stato, riconosciuto finora da 54 dei 192 paesi Onu e da 22 dei 27 Ue, è lo sviluppo economico: nel 2008 il Pil è cresciuto del 5,2%, soprattutto grazie agli investimenti stranieri, ma la ricchezza pro capite è di 1.770 euro l’anno e la disoccupazione è alle stelle.
“Oltre all’economica – continua Zajimi – gli obiettivi sono la creazione di un ambiente sicuro, la lotta contro la criminalità organizzata (secondo l’Interpol da qui transiterebbe l’80% del traffico europeo di eroina, ndr), il rafforzamento del sistema giudiziario e l’integrazione delle minoranze”. In primis i serbi.
“L’anniversario dell’indipendenza del Kosovo è una data senza particolare importanza”, ha dichiarato il ministro degli Esteri serbo, Vuk Jeremic. Per Belgrado il Kosovo resta una sua provincia e, soprattutto a Nord, attorno a Mitrovica, la tensione tra serbi e albanesi resta alta. Ad accendere ulteriormente gli animi è stata l’entrata in scena della missione Ue (Eulex), che ha sostituito quella dell’Onu (Unmik), tranne nelle zone serbe a cui è stata concessa un’autonomia guardata con sospetto dagli albanesi-kosovari, nel timore di una nuova partizione.
In tutto questo, il governo di Pristina ha deciso di affidare a una delle maggiori agenzie pubblicitarie del mondo, la Saatchi & Saatchi, il compito di rilanciare l’immagine del Kosovo a livello internazionale, per ben 5 milioni di euro. “Soldi buttati via – commenta Zajimi – l’immagine del Kosovo può essere cambiata attraverso il lavoro, le nostre ambasciate già aperte in alcuni paesi, le relazioni commerciali, l’apertura culturale e la promozione dei nostri valori all’estero. La pubblicità, a volte, produce l’effetto contrario”.
di Anna Maria Selini
pubblicato su l'Eco di Bergamo del 17 febbraio 2009
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