sabato 14 marzo 2009

Tre anni al lanciatore di mocassini

Tre anni di reclusione per il lancio di una scarpa. Quindici per aver favorito l'esecuzione di quasi cinquanta persone. Sono le due sentenze "esemplari" emesse in questi giorni dalla giustizia irachena. Due sentenze che la dicono lunga sullo stato del sistema giudiziario di Bagdad e sulle contraddizioni che ancora lo contraddistinguono.
Muntazer Zaidi, il giornalista iracheno diventato una celebrità in tutto il mondo, soprattutto quello arabo, per aver lanciato i propri mocassini contro l'atletico (ne ha schivati ben due) ex presidente degli Usa, George W. Bush, dovrà scontare 36 mesi di carcere.
Quindici, invece, sono gli anni che Tarek Aziz, ex braccio destro di Saddam Hussein, dovrà pagare, per aver favorito l'esecuzione di 42 commercianti nel '92.
A poco è valsa la spiegazione di Zaidi: "Ho provato un momento di rabbia per le migliaia di vittime irachene dall'inizio della guerra voluta da Bush". Il rischio per il reporter era quello di finire in prigione per quindici anni. Esattamente quanto si è visto invece dare il vecchio Aziz, riuscito a sopravvivere e bypassare la condanna a morte di Saddam e altri ex personaggi di spicco del vecchio regime, di cui probabilmente conserverà per sempre segreti e misfatti.

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