giovedì 25 giugno 2009

Iran, il colore della speranza

Non sono un'esperta di Iran e ho seguito gli eventi di questi giorni da semplice lettrice e spettatrice. Per questo mi limito a segnalare e riportare quanto altri stanno diffondendo.
E' ancora una volta grazie all'informazione indipendente, a internet, a social network come facebook, twitter e al cosiddetto "citizen journalism", infatti, che la "rivoluzione verde" in corso a Teheran, contro le irregolarità nelle elezioni che hanno visto la vittoria di Ahmadinejad, sta facendo il giro del mondo. E tra un'alzata di spalle dei ministri degli esteri riuniti a Trieste per il G8 e la morte di Michael Jackson (riposi in pace, grande icona della mia generazione) il rischio è che dell'Iran non si parli più.
Blogosfere for Neda for IranPer farsi un'idea di quello che è successo e sta succedendo vi consiglio alcuni articoli della mia amica e collega Antonella Vicini, che si trovava a Teheran proprio per seguire le elezioni.
Sono numerose, poi, le iniziative sul web, che uniscono informazione, simboli e solidarietà alla causa iraniana. Blogosfere, oltre a informare in maniera puntuale sulla situazione, in collegamento con molti blogger, ha deciso di schierarsi idealmente al fianco del popolo iraniano, ideando la fascetta verde che vedete, da apporre in tutti i blog.
L'idea, come moltre altre simili, è quella di ricordare Neda Soltani, la ragazza uccisa il 20 giugno durante le proteste a Teheran. Il video della sua morte ha fatto il giro del mondo e il suo sguardo sgranato all'indietro è ormai diventato il simbolo della protesta.
Ma tra chi si tinge di verde, chi propone di far volare in cielo palloncini dello stesso colore e chi nella speranza ormai crede poco, sono arrivate le dichiarazione dei "grandi" del G8. Nel testo congiunto si esprime condanna per le violenze, dolore per le vittime, ma anche la non volontà di entrare in questioni interne al paese. "Rispettiamo completamente la sovranità dell'Iran", scrivono i ministri degli Esteri dei sette più uno (la Russia) stati più industrializzati. "Serve una soluzione diplomatica" suggeriscono al presidente iraniano Ahmadinejad, che incassa così il beneplacito dei colleghi. Ancora una volta è l'ago della bilancia a pesare. La bilancia commerciale.

2 commenti:

Tin ha detto...

e meno male che non entrano nelle questioni interne dell'Iran. Sarebbe stata una grave violazione di un paese sovrano. E' una questione interna e se la giocano le correnti interne.

ANNA MARIA SELINI ha detto...

in linea di principio sono d'accordo, peccato che non si segua mai il principio...