giovedì 15 marzo 2012

Processo Arrigoni, rimandato al 2 aprile per "motivi di sicurezza"

Ieri sera a Gaza City il mare ha cominciato a innervosirsi. E con il calar del sole, il vento fortissimo che soffiava da tutto il giorno si è trasformato in una piccola tempesta di sabbia, che offuscava la vista tra le vie del campo profughi di Shati. E' lì, che oggi si sarebbe dovuta tenere la nuova udienza del processo ai presunti assassini di Vittorio Arrigoni, ma una telefonata in mattinata ci ha avvertiti che era stata rimandata al 2 aprile per "motivi di sicurezza".
Questa notte, nonostante il cessate il fuoco siglato pochi giorni fa tra le fazioni militari di Gaza e il governo israeliano, i bombardamenti sono ricominciati, dopo che dalla Striscia sono stati lanciati due razzi sul Sud di Israele. Non si è registrata nessuna vittima, nè da una parte nè dall'altra, e il bilancio delle violenze dei giorni scorsi rimane fermo a 26 morti palestinesi.
Come già successo, gli obiettivi ritenuti sensibili e tra questi i tribunali militari, sono stati chiusi fino a domenica o forse lunedì. E così anche le porte della Corte militare di Shati questa mattina non si sono aperte per i cooperanti e gli amici di Arrigoni che da settembre seguono le udienze. 
A un anno dalla morte, non solo non si è ancora arrivati ad una conclusione del processo - anche se qualcuno ipotizza che avverrà a stretto giro - ma non si è nemmeno entrati nel vivo del dibattimento, sebbene formalmente si stiano rispettando tutte le procedure. 
Oggi molto probabilmente si sarebbero dovuti ascoltare i presunti assassini (tre accusati di omicidio e sequestro e uno, che ha fatto perdere le proprie tracce, di favoreggiamento), ma si dovrà attendere la prossima udienza, per conoscere finalmente la loro versione.
Il mare di Gaza, anche questa sera, resta agitato.

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