
Per le strade di Pristina, emancipazione e tradizione si sovrappongono continuamente: giovanissime in abiti succinti, adolescenti col cellulare in mano, professioniste in eleganti tailleur, camminano tra ragazze velate dalla testa ai piedi e anziane con il fazzoletto annodato dietro la nuca.
“Gli anni dopo la guerra – spiega Vjollca – hanno portato molti cambiamenti nella politica: oggi abbiamo quote rosa del 30% sia in ambito nazionale che locale, ma nella vita privata le donne sono ancora subordinate. Le giovani hanno apparentemente più libertà di scelta delle loro madri, ma a causa della situazione economica hanno più limiti e meno chance di fare carriera”.
Ma non per tutte è così. Besa Ismaili fa l’interprete per l’Osce, è musulmana e da pochi anni ha scelto di indossare il velo islamico. “La mia fortuna – spiega - è lavorare per un’organizzazione internazionale, perché uffici pubblici e aziende private kosovare difficilmente assumono le donne islamiche. Ogni epoca ha il suo capro espiatorio: nell’800 erano i neri, ora sono le donne col velo”.
di Anna Maria Selini
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