mercoledì 30 maggio 2012

Quando a tremare è casa tua

Bisogna ammetterlo, quando un terremoto sbriciola la "tua" di Regione è tutta un'altra cosa. Perchè, anche se non sono nata in Emilia, dopo averci passato metà della vita, la sento ancora mia. E a dire il vero, oggi mi sento anche quasi in colpa, come un figlio che se ne è andato di casa e i genitori ora hanno bisogno di lui.
Ricordo ancora la sensazione, quando a un anno dal sisma in Abruzzo, sono stata a L'Aquila. Non l'avevo mai vista prima, ma aggirarmi per quello che sembrava il set di un colossal abbandonato, mi aveva fatto davvero impressione.

Oggi però è tutto diverso. Non riesco nemmeno a guardarle le immagini del terremoto, perchè ogni paesino è il nome di un amico, il ricordo di un momento. Anni di tigelle, consapevolezza e crescentine. Diventar grande e anche un po' emiliana.

La San Felice di Giulia, la Crevalcore di Valerio, la Molinella delle feste Spi, la Modena di Gnomade, le gite a Ferrara. Ma soprattutto Bologna, con il cuore tra le Due Torri, che già sono storte e allora temi che... anche se le amiche ti dicono "Stai tranquilla, stiamo meglio di tanti altri".

Gli emiliani, che quasi sembravano intoccabili. Con quella zeta lì e quella verve che piace a tutt'Italia. Come se i terremoti non li dovessero riguardare. Certo, negli ultimi anni ogni tanto se ne avvertiva uno, ma sembravano scosse-promemoria, quasi a ricordare che in fondo la terra non è nostra. E invece adesso i campi sembrano incisi col taglierino, le case come quelle di Gaza dopo le bombe e le chiese e le fabbriche giù a scaglie come il parmigiano.

"La Bassa si rialzerà" mi ha scritto oggi un'amica, gaudente e fiera come la terra che ha sempre calpestato.
L'epicentro del primo terremoto ha coinciso con quello della sua vita. Vedere cadere la chiesa che probabilmente non ha mai frequentato, ma che stava lì, a scandire gli anni, le sue partenze e i ritorni, deve essere stato destabilizzante quanto le scosse che non si arrestano da 10 giorni.
La madre che vive nel centro storico se l'è vista brutta, ma per fortuna non le è successo nulla. Se nulla può definirsi non poter più rientrare in casa per dei giorni. Anche il gatto, portato lì da Bologna per starsene tranquillo (!), era rimasto bloccato in casa alle prime violente scosse. Ma alla fine è riemerso, forse con una vita in meno, ma, immagino, anche lui gaudente e fiero come prima.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Semplicemente Bellissimo. Fede