Quest'estate ho riso con il "Più grande uomo scimmia del Pleistocene" (senza cadere dal cammello, Lu, solo perchè non ne avevo uno), ho seguito la Pastora nel Maquis di "Dove nessuno ti troverà", ma le migliori 'incisioni' le ho dedicate a "Un indovino mi disse" di Tiziano Terzani. Eccone un paio.
"Un aspetto dello strano mestiere di cronista non cessa di affascinarmi e, al tempo stesso, di inquietarmi: i fatti non registrati non esistono. Quanti massacri, quanti terremoti avvengono nel mondo, quante navi affondano, quanti vulcani esplodono e quanta, quanta gente viene perseguitata, torturata e uccisa! Eppure, se non c'è qualcuno che raccoglie una testimonianza, che ne scrive, qualcuno che fa una foto, che ne lascia traccia in un libro, è come se quei fatti non fossero mai avvenuti! Sofferenze senza conseguenza, senza storia. Perchè una storia esiste solo se qualcuno la racconta. E' una triste constatazione; ma è così ed è forse proprio per questa idea - l'idea che con ogni piccola descrizione di una cosa vista si può lasciare un seme nel terreno delle memoria - a legarmi alla mia professione".
Ma è di Delfina la frase dell'estate. "Parlarne significa ricordare e allora sto zitta".
1 commento:
ma come la mia frase non era una battuta? he he he
ciaoo Delfy
Posta un commento