giovedì 15 novembre 2012

Live twitting di guerra

"Le forze armate israeliane hanno dato il via ad un'operazione su larga scala per colpire siti terroristici nella Striscia di Gaza e e tra gli obiettivi ci sono i capi militari di Hamas e della Jihad islamica".
Con questo tweet, ieri, l'IDF (Israel Defense Forces, le forze armate israeliane, ndr), ha annunciato l'inizio dell'operazione militare "Pillar of Clouds" (Colonna di nuvole, detta anche Pilastro di difesa).
Nemmeno il tempo di digitare altri 140 caratteri e nel tweet successivo è apparso il video dell'omicidio mirato di Ahmed Al Jabari, leader delle Brigate Qassam, ovvero il braccio armato di Hamas, il partito islamista che governa Gaza.
Da allora è stato un susseguirsi di tweet sulla pagina dell'IDF @IDFSpokesperson (che in un giorno è passato da più di 77 mila a circa 112 mila followers), con aggiornamenti in tempo reale sulle operazioni, il numero di razzi lanciati in risposta da Gaza, quelli intercettati dal sistema difensivo israeliano, dichiarazioni ufficiali e smentite di quanto dichiarato da Hamas.
La guerra in live twitting, con tanto di diretta sul blog dell'IDF e copertura video, pronta per i media, sul canale Youtube. La guerra attraverso i social network fino a confondersi con essi, come fosse un social game o la condivisione di una canzone, su cui mettere un "mi piace".

Peccato che in poco più di 24 ore si siano registrate 19 vittime palestinesi, tra cui diversi bambini, e 3 israeliane. I bombardamenti israeliani sulla Striscia (via aerea e via mare) sono stati incessanti e dopo che Hamas ha annunciato "l'aprirsi delle porte dell'inferno" oggi per la prima volta un razzo lanciato da Gaza ha raggiunto Tel Aviv, senza causare danni a persone.
Anche sul fronte palestinese lo scontro passa attraverso twitter e facebook, con post, messaggi, foto e video rilanciati dai palestinesi e dagli attivisti internazionali presenti a Gaza (come l'italiana @rosa_schiano), ma anche dalle Brigate Al Qassam @AlqassamBrigade (con oltre 12 mila followers). La "guerra" sta anche nella scelta dell'hashtag con #gazaunderattack contro #israelunderfire.
E mentre gli Stati Uniti hanno ribadito il diritto di Israele a difendersi - ma "non colpite i civili!", ha chiesto Obama - in attesa della visita del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon a Ramallah, della mediazione dell'Egitto e nella lentezza analogica della diplomazia, a Gaza si teme l'inizio dell'annunciata offensiva via terra. E il taglio definitivo dell'elettricità e della connessione Internet, l'unica porta aperta sul mondo da Gaza.

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